- 17 Dicembre 2020
- Posted by: Francesco Piccone
- Categoria: Attività Sportiva, Servizi alle ASD
“Urgenza relazionale al tempo del Covid” è il titolo di un interessante incontro che si è svolto on-line nei giorni scorsi sulla pagina facebook del Presidente Coni Liguria.
Davanti a nuovi problemi occorrono nuove risposte, lo abbiamo ricordato più volte dal marzo scorso: la crisi non deve abbatterci ma bisogna andare avanti sempre con il sorriso, soprattutto per aiutare i giovani.
Ne hanno parlato oltre al Presidente del CONI Liguria Antonio Micillo, la Direttrice scientifica della Scuola Regionale dello Sport CONI Liguria Cristina Caprile, il docente e coordinatore tecnologico di questi webinar Roberto Valle e la psicopedagogista Tiziana Cecchinelli.
Sono state collegate circa 700 persone, fra le quali anche dirigenti e tesserati del Centro sportivo italiano.
A causa della pandemia negli ultimi mesi si lavora molto, in diversi ambiti, con le reti mediali, non in presenza.
Con modalità diverse c’è sempre però la necessità di relazionarci e confrontarci con l’altro.
Attraverso il video, ad esempio, ci si può sempre emozionare a condizione che si tenga accesa la video camera.
In caso contrario è solo una trasmissione, una comunicazione “fredda”, senza relazione.
“ Noi siamo sempre strumenti per consentire la crescita di un bambino, di un ragazzo, di un atleta- dice la psicopedagogista Tiziana Cecchinelli-. La modalità online è solo un passaggio temporaneo. La cosa più importante in questo momento è tenere alta la passione dei giovani, farli emozionare. L’insegnante, il tecnico, l’allenatore deve essere capace di trasmettere la sua parte umana pe instaurare una relazione autentica.”
Una volta tornati in campo, in palestra, in piscina, si spera il prima possibile, l’aspetto tecnico avrà così una valenza diversa.
Se avremo preparato il terreno con questa parte emotivo-relazionale la comunicazione sarà migliore.
Il rischio paventato da molti che il Covid 19 causi la perdita non solo di decine e decine di società sportive ma anche di atleti o semplicemente di ragazzi che avevano piacere di fare attività fisica.
“Bisognerebbe fin da ora che i tecnici, gli allenatori fossero più coinvolti in laboratori on line durante i quali sono i ragazzi a creare dei giochi- dice Cristina Caprile Direttore Scientifico Scuola Regionale Sport CONI Liguria-. Si potrebbero coinvolgere anche i genitori, è un’occasione per scoprire che c’è un’altra modalità di insegnamento rispetto alle lezioni frontali”.
Un’altra eredità “positiva”, se così si può dire, delle limitazioni determinate dal Covid è che, forse, servirà finalmente a capire che la negazione della corporeità e dell’essere attivi siano contro natura.
Durante questa fase di forzato sacrificio ai ragazzi si potranno anche raccontare ad esempio, storie dei grandi personaggi dello sport, sempre per coinvolgerli ed appassionarli.
Nell’ottica di una comunicazione bi-direzionale, di una vera relazione, da parte loro potrebbero arrivare contributi sulle loro esperienze, su ricordi particolari.
Diceva un grande allenatore che è naturale che, come una volta diventati adulti escono da casa, prima o poi i ragazzi abbandonino l’attività sportiva: l’importante è che lo facciano con bei ricordi.
In questa delicatissima fase dove purtroppo molte attività non si possono fare in presenza bisogna prepararsi, ancora di più, per farsi trovare pronti quando si tornerà in campo.
“I bambini, i ragazzi che intraprendono un’attività sportiva, che vanno ad un allenamento, devono essere sempre accolti ed ascoltati- dice la psicopedagogista Tiziana Cecchinelli-. Molti di loro iniziano non per diventare campioni ma perché hanno bisogno semplicemente di relazionarsi con gli altri, trascorrere un’ora e mezza serenamente e sorridere, essere rinforzati positivamente dall’adulto di riferimento in quella situazione. Ci sono bambini che magari a scuola hanno difficoltà, vivono momenti più frustranti e, nel contesto sportivo, trovano maggiore soddisfazione. Non dimentichiamoci quindi come adulti, come educatori, come professionisti l’urgenza relazionale”