- 22 Maggio 2020
- Posted by: Francesco Piccone
- Categoria: Attività Diocesana
Secondo l’ISTAT i bambini in Italia nella fascia d’età fino a 14 anni sono otto milioni. Gli asili e le scuole restano chiuse ed anche per settembre ci sono molti dubbi, soprattutto per i “nido”, che si possa riprendere regolarmente.
I genitori sono sempre più preoccupati: da una parte avvertono l’esigenza di far svolgere ai loro figli, per l’equilibrio psico-fisico, attività ludico-motoria, dall’altra vorrebbero avere la certezza di lasciarli in mano sicure quando, fortuna loro di questi tempi, devono andare a lavorare
Molti parchi pubblici con scivoli, altalene ed altri giochi sono ancora interdetti: la ripartenza è un sogno che si traduce nella “magica parola” centri estivi!
Il Governo ha stanziato 185 milioni di euro per queste strutture che il 15 Giugno riapriranno con le Regioni che per tempistica e modalità intervengono con una certa autonomia.
Distanza minima di un metro,orari di ingresso differenziati, una continua e quasi maniacale cura dell’igiene delle mani, sia per i bambini che per gli operatori, un operatore ogni 5 bambini nella fascia d’età 3-5 anni, un operatore ogni 7 bambini nella fascia d’età 6-11 anni, 1 operatore ogni 10 ragazzi nella fascia d’età 12-17 anni: sono queste le norme principali comuni contenute nei vari protocolli e documenti elaborati da diversi organi istituzionali.
Tutte le linee guida auspicano “un generoso spazio verde che consenta attività all’aperto”. Per questo Altum Park a San Desiderio rappresenta una location ideale dal punto di vista della sicurezza per l‘estate 2020.
La struttura, inaugurata il 5 Maggio 2019, alla presenza del Vescovo ausiliare di Genova Mons. Nicolò Anselmi, è stata in parte finanziata con fondi europei del progetto S Factor del CSI nazionale per polisportive sociali.
Il CSI di Genova è riconosciuto come il principale riferimento sportivo della Pastorale Giovanile della Diocesi, condividendo, da sempre, con la Chiesa molte iniziative.
Sono 67 fra parrocchie e circoli parrocchiali affiliati, 15 le scuole parificate che hanno partecipato, con 2500 ragazzi, alle sei edizioni dei Tornei multisport organizzati in collaborazione con FIDAE: a tutti loro, ma non solo, anche per i centri estivi, si vuole dare un duplice importante servizio.
“Siamo pronti ad accogliere a San Desiderio gli oratori, creando spazi dedicati per ciascun gruppo- dice Enrico Carmagnani Presidente CSI Genova- sempre facendoci carico di tutte le norme di sicurezza. Contemporaneamente il Centro Sportivo Italiano resta al servizio dei gruppi diocesani affinchè aprano le loro strutture, creando insieme un progetto da presentare al Comune e all’Asl. Naturalmente ci occuperemo anche della formazione obbligatoria degli operatori-educatori, aspetto sempre importante, che fa parte del nostro DNA, ancora più delicato in questo particolare momento storico”.
Anche per gli oratori il progetto di centro estivo sarà completamente diverso rispetto al passato ed incentrato sulla regola base dei “piccoli gruppi”,per fasce d’età ,che potranno interagire poco fra di loro.
Durante il pranzo, classico e bellissimo momento conviviale, non si potrà condividere posate, piatti e bicchieri.
Papa Francesco nella preghiera drammaticamente solitaria del 27 Marzo, in una piazza San Pietro deserta, aveva ricordato che “ ci siamo accorti che non possiamo andare avanti da soli. Solo tutti insieme, perché nessuno si salva da solo”.
Occorre, al tempo del coronavirus, dimenticarsi dell’autoreferenzialità, stringere nuove alleanze educative, che coinvolgano davvero le famiglie, sostenere un lavoro di squadra.
L’alleanza fra CSI e il mondo degli oratori fa parte della storia ma bisogna ancora di più consolidarlo e rinnovarlo con progetti anche fuori dagli schemi consolidati: la priorità non deve essere semplicemente quella di riaprire le strutture, ad Altum a San Desiderio, “partiamo avvantagiati” dalla location in mezzo alla natura, ma bisogna stare vicini a bambini, ragazzi, adolescenti e giovani in questo periodo davvero complicato.
Gli operatori- educatori, a contatto con i ragazzi, dovranno sapere come si trasmette il virus, come si previene, come e quando si devono sanificare le strutture e gli attrezzi, quali sono le procedure d’ingresso ed uscita, triage con misurazione della temperatura ed accessi scaglionati per evitare assembramenti.
Dovranno anche avere sempre un approccio umano, una compassione-prossimità a chi si sente ancora “confuso”, per un lungo periodo trascorso a casa dove, magari, ci sono forti tensioni fra i genitori per problematiche economiche.
Da qui, quindi, si evince l’importanza di una formazione professionale, competente e certificata che caratterizza la storia recente del CSI a Genova: l’anno scorso sono stati 12 i corsi realizzati ai quali bisogna aggiungere i 20 laboratori educativi realizzati in collaborazione di diversi partner.