- 31 Gennaio 2025
- Posted by: Francesco Piccone
- Categoria: Formazione
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In Italia quattro bambini su dieci che praticano sport sono vittime di varie forme di violenza: il 30 % di tipo piscologico, il 19 % di tipo fisico, il 15% di negligenza ed il 14% di abusi sessuali , con contatto o senza contatto.
I dati, certamente sotto stimati ,sono emersi dall’indagine Athlete Culture And Climate Survey, ideata dalla società ChangeTheGame e realizzata dai ricercatori della Nielsen, con il supporto del Dipartimento dello Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il sostegno di Terre des Hommes e di altre realtà.
Secondo questa ricerca i maschi avrebbero sperimentato livelli di violenza ed abusi superiori alle femmine, soprattutto in quella fisica e sessuale.
La violenza psicologica comprende umiliazioni, urla, rifiuto, isolamento, minacce, mancanza di attenzione, critiche ingiuste, denigrazioni: è la più subdola e forse la più deleteria.
Essere negligenti verso i minori significa non soddisfare i loro bisogni fisici o psicologici, non garantendo la sicurezza mentre praticano il loro sport.
La casistica della violenza fisica è variegata: si va da far fare esercizi come punizione all’utilizzo di integratori se non addirittura sostanze dopanti, da far giocare i minori quando stanno male o sono infortunati, fino ad arrivare a vere e proprie aggressioni e riti di iniziazione.
Violenze ed abusi iniziano prima dei 14 anni: la maggioranza dei ragazzi, il 56% , non cerca aiuto: le motivazioni sono la paura di apparire deboli, la percezione di queste esperienze come accettabili e tollerabili, la paura delle conseguenze.
Nel caso dei ragazzi i principali responsabili degli abusi sono i compagni di squadra, mentre per le ragazze allenatori ed allenatrici.
Principalmente questi episodi si verificano all’interno o nelle vicinanze di strutture sportive ma, in misura minore, anche in luoghi pubblici.
Con la riforma dello sport tutte le società hanno l’obbligo di nominare un Safeguarding Officer, una figura centrale per la tutela di bambini e ragazzi, il contrasto alla violenza di genere e la lotta contro ogni forma di discriminazione.
Per facilitare l’adempimento di questo obbligo di legge il CSI ha elaborato una proposta formativa articolata e flessibile, composta da moduli accessibili in varie modalità: webinar, e-learning ma anche in presenza.
Una struttura che facilita i dirigenti delle società ad aggiornarsi secondo le loro esigenze e disponibilità di tempo.
Per il Centro Sportivo Italiano il safeguarding non è solamente un obbligo di legge ma una scelta valoriale che rafforza l’identità dell’associazione stessa.
La protezione dei minori, il contrasto alla violenza di genere e alle discriminazioni razziali sono infatti da sempre la missione del CSI e delle migliaia di ASD affiliate.
Il percorso formativo è stato realizzato in collaborazione con docenti universitari, avvocati e professionisti del settore.
Un approccio interdisciplinare che garantisce la massima qualità- e serietà dell’iniziativa.
Sul sito www.centrosportivoitaliano.it ci sono i link con tutte le informazioni e le modalità di iscrizione.