- 27 Giugno 2022
- Posted by: Francesco Piccone
- Categoria: Attività Sportiva
Il CSI è pronto a “mettersi in discussione”, a riflettere sul futuro del suo modello sportivo.
Per tre giorni a Roma, dal 24 al 26 giugno, ne hanno discusso i presidenti regionali e quelli dei comitati territoriali con numerosi ed interessanti momenti d’incontro.
“ Ai bordi del campo sempre in campo-CSI Sport e giovani oltre la pandemia” questo il titolo del convegno che si è svolto presso l’iH Hotels Rome 23.
Ci si è confrontati sulle nuove normative scaturite da recenti riforme fiscali e lavorative,, sui diversi presupposti legati a sport e Terzo Settore, sulla futura programmazione associativa e sul ruolo che devono avere necessariamente, in questo ambito, i comitati interessati.
“E’ stato bello ritrovarsi, per me in modo particolare visto che da tanto non potevo partecipare a questi eventi. Ho potuto riabbracciare- dice Enrico Carmagnani Presidente CSI Genova– molti amici che non vedevo da anni. Tutti con storie da raccontare su questo periodo, da una parte “ buio” ma dall’altra stimolo per riflessioni e sperimentazioni che abbiamo condiviso in questi tre giorni romani. Il mondo è cambiato (di nuovo) e il CSI tutto si è ritrovato ad esaminarsi. La nostra proposta sportiva ed educativa è ancora attuale? Conosciamo i nostri giovani? Il dialogo con la Chiesa deve essere ripensato? Questi ed altri interrogativi hanno animato il convegno. Abbiamo ritrovato, anche “nei corridoi”, in presenza, quelle sintonie che, oltre due anni di chat e incontri dietro un monitor, non sono mai emerse completamente. È un nuovo inizio e sono stato felice che il Signore mi abbia spinto ad esserci”.
La convention romana era l’evento finale del progetto CSI “ A Bordo Campo”, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Un’occasione per rilanciare con forza la policy del Centro Sportivo Italiano per il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, condividendo i materiali realizzati per il mondo della scuola di ogni ordine e grado.
Dal 24 al 26 giugno si è discusso sui possibili scenari futuri, su come modificare il tradizionale format dei campionati con le finali nazionali, sul tema delicato, ma fondamentale, delle risorse economiche e dei finanziamenti.
Come ha ricordato il presidente nazionale Vittorio Bosio a Roma c’è stata una sorta di “ Stati Generali del CSI”: un luogo ed un tempo dove sono stati tracciati i percorsi dei prossimi anni cercando anche risposte a domande impellenti.
Quale ruolo le istituzioni vogliono attribuire al cosiddetto “ sport di base” che risulta il meno considerato anche se coinvolge il 99% dei praticanti?
Il CSI potrà gestire anche eventi agonistici, secondo una consolidata tradizione, o qualcuno sta pensando che avrà solo un ruolo di promotore di corretti stili di vita finalizzati al benessere delle persone e della società, alla prevenzione di determinate patologie e di altre sofferenze che possono interessare i giovani lasciati soli a decidere della loro esistenza?
“E’ stato un incontro utile e fruttuoso, dopo la pandemia il CSI si prepara al futuro ed al cambiamento. Sono stati analizzati i dati della cosiddetta generazione Z, su come portare questi ragazzi a fare uno sport che mantenga un carattere educativo ma che si declini anche in nuove discipline come l’outdoor. Un’attenta analisi- dice Luca Verardo Presidente CSI Liguria– è stata fatta sulla formazione: anche durante la pandemia ci sono stati percorsi interessanti, come per i progetti sullo sport a scuola e sullo sport sociale. Li valutiamo come esperienze positive, da sviluppare ed implementare, rivendicando un ruolo da protagonisti insieme alla Chiesa ed all’interno di “Sport & Salute”