- 29 Ottobre 2022
- Posted by: Francesco Piccone
- Categoria: Storia
C’era anche un po’ di CSI all’inaugurazione della sezione sport al MEI, Museo dell’emigrazione italiana, nel palazzo della Commenda di Prè.
Fra i numerosi invitati Enrico Carmagnani, presidente del Comitato di Genova: ad aver avuto un ruolo però molto importante nella creazione di questo splendido spazio è stato Andrea Pedemonte, dirigente ciessino, tornato a Genova nel 2019 dopo alcuni anni trascorsi in Argentina, direttore di Altum Park a S. Desiderio.
Numerosi i Paesi coinvolti in uno straordinario e meticoloso lavoro di ricerca : solide radici italiane si trovano in sodalizi iconici, non solo calcistici, come in Argentina le “ genovesi” Boca Juniors e River Plate, in Brasile Palmeiras , Club Atletico Juventus ed il Club di canottaggio Esperia, in Uruguay il Penarol, il Brisbane City in Australia e la Società italiana sportiva Valparaiso in Cile.
La sezione del museo dedicata a sport ed emigrazione, fra fine Ottocento ed inizio Novecento, visitabile fino a è davvero un viaggio affascinante con vari contributi narrativi: video, fotografie, pagine di giornali dell’epoca.
E’ un percorso emozionale grazie alle nuove tecnologie, touch screen ma non solo: strumenti ormai fondamentali per avvicinare, con moderni ed accattivanti linguaggi, ogni realtà museale ai giovani.
Si ricordano non solo le squadre di calcio, le palestre e realtà che erano grandi centri di aggregazione, ma anche singoli grandissimi atleti come il pilota di automobilismo Juan Manuel Fangio o il ciclista Nino Borsari in Australia.
Vengono raccontati i diversi stili di vita delle varie classi sociali, le difficoltà incontrate per emergere ed il legame mai reciso con la madre patria.
“ Gli emigrati arrivavano da esperienze durissime di lavoro in Italia dove lo sport non era proprio contemplato. Sbarcano in paesi dove invece c’è una divisione più netta fra tempo libero e lavoro e soprattutto gli italiani di seconda generazione, quelli che stanno un po’ meglio rispetto ai loro padri, iniziano a riunirsi a formare associazioni. Nelle competizioni sportive– dice Pierangelo Campodonico Direttore Istituzione MU.MA – ci sono regole valide per tutti e quindi lo sport diventa strumento importantissimo per una vera inclusione”.
All’inaugurazione della sezione sport del museo ed al convegno che l’ha preceduta nell’auditorium del Galata sono intervenuti il sindaco di Genova Marco Bucci, l’assessore allo Sport di Regione Liguria Simona Ferro, il presidente del comitato di indirizzo del MEI Paolo Masini secondo il quale “ lo sport ha rappresenta e rappresenta uno degli strumenti più efficaci di socialità e di affermazione personale per le comunità di emigrati”.
Sono intervenuti anche i componenti della squadra che dal punto di vista operativo ha contribuito tanto alla realizzazione Andrea Pedemonte, Romina De Prati e Gina Marques che non hanno rinunciato, argentina la prima e brasiliana la seconda, a qualche simpatica “ punzecchiatura” sulle rispettive fedi calcistiche.
Nutrita la presenza di esponenti del CONI a cominciare dal presidente Vittorio Malagò.
“Gli esempi degli italiani che hanno fatto grande lo sport nel mondo sono tantissimi. Quando mi incontro con queste comunità all’estero sono sempre entusiastici bagni di folla durante i quali mi accorgo di quanto siano orgogliosi delle loro origini. Lo dimostra il fatto- sottolinea Vittorio Malagò– che nel momento in cui gli atleti devono scegliere la nazionale per cui gareggiare oggi quasi sempre scelgono la maglia azzurra. L’ultimo esempio è il cestita di origini liguri Banchero, protagonista assoluto in NBA, che ha rinunciato all’ipotetico sogno di far parte del “ Dream Team” statunitense. Questa mostra andrebbe portata in tutte le scuole e raccontata perché è una bellissima iniziativa La storia dello sport e del nostro paese è legata all’epopea dell’emigrazione che in parte ancora esiste seppur con dinamiche profondamente diverse. Oggi è più una “ fuga di cervelli” piuttosto di chi partiva con una nave alla ricerca di una vita migliore”
Il MEI, Museo dell’emigrazione italiana, ospitato all’interno della Commenda di S. Giovanni di Prè si sviluppa su tre piani divisi in 16 aree.
La sezione sport allestita al piano terra è visitabile fino a marzo mentre quella ai piani 1 e 2 è permanente.