Piscine in mezzo…al guado!

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Il decreto legge del 22 aprile 2021 n.52  stabilisce un calendario preciso per la riapertura degli impianti sportivi: restano tuttavia molte problematiche e dubbi interpretativi soprattutto per quanto riguarda le piscine.

Sono luoghi di benessere per gli adulti, di allenamento per atleti agonisti, di socialità per i bambini che nuotano per divertimento e per la loro salute.

“Natare necesse est”: il noto detto latino sintetizza, in modo efficace, l’importanza di questo sport come forma di “lavoro fisico” eccezionale, come appagamento del  corpo nell’elemento liquido.

Dal 15 maggio avranno il “via libera” le piscine all’aperto mentre quelle al chiuso, migliaia in tutt’Italia, si  sono clamorosamente “volatilizzate”.

Nell’articolo 6 del testo approvato dal governo infatti  neppure compaiono: una curiosa dimenticanza o l’idea bizzarra che il virus si possa diffondersi solo  in questi contesti?

Dalla Federazione italiana nuoto, dagli Enti di promozione sportiva, dalle regioni, arrivano  richieste urgenti di rivedere questa impostazione estremamente penalizzante per i  gestori che hanno subito,  negli ultimi 15 mesi, ingenti perdite economiche: molti di loro sono ormai sull’orlo del fallimento.

Tutti sono esasperati dalla situazione ed anche in incolpevole  imbarazzo  per non riuscire a dare risposte certe agli utenti.

I gestori, esterrefatti, non hanno purtroppo date certe sulle riaperture.

Le regole più importanti del protocollo di sicurezza per le piscine prevedono, al momento,  che in vasca ognuno abbia a disposizione 7 mq, che negli spazi comuni il distanziamento sia di 2 metri, che ci sia una frequente igienizzazione di attrezzi ed un continuo ricambio d’aria.

Un altro problema sollevato da molti è che gli impianti  all’aperto solitamente vengono utilizzate nei mesi estivi: non è detto che il 15 maggio le temperature siano così gradevoli da favorirne la frequentazione.

Solo la presenza e  riapertura di piscine al coperto può soddisfare quindi le richieste e le esigenze degli amanti di questa attività.

Un recente studio inglese dell’Imperial College di Londra, commissionato dal Swim England l’ente governativo che si occupa degli sport acquatici,  ha evidenziato che il rischio di trasmissione  del Covid-19 nell’acqua clorata è praticamente nullo: risultati che supportano scientificamente l’ipotesi che le piscine siano luoghi sicuri, se si adottano le misure appropriate.

Dal 12 aprile in Gran Bretagna, paese ha vaccinato molte più abitanti rispetto all’Italia, palestre e piscine anche indoor, sono di nuovo regolarmente aperte.

 

 

 

 


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