Il Csi nazionale incontra il territorio

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“Da almeno 25 anni il CSI organizza la propria filiera di discipline sportive con caratteristiche nazionali: un percorso che si sviluppa, attraverso vari step, con finali provinciali e poi regionali”.

Lo ribadisce con orgoglio e forza il presidente Vittorio Bosio in apertura dell’incontro, in diretta streaming, con i comitati provinciali e  regionali .

Un’occasione per ragionare insieme sulle ultime disposizioni governative chiarendone dubbi e contraddizoni.

In collegamento c’erano più di 200 persone, anche Genova presente. Molte le domande inviate via chat alle quali sono state subito risposte.

Il DPCM del 24 ottobre scorso consente l’attività sportiva, gare ed allenamenti in forma ordinaria, solo di interesse nazionale.

Tanto per semplificare, la norma riguarda per il calcio e altri sport di squadra di contatto, le categorie del CSI Juniores, Allievi, Ragazzi, Under 12 e Under 10.

Secondo il presidente Bosio, con sotterfugi tipicamente italiani, nell’accezione peggiore del termine, in molti hanno cercato di fare i furbi.

Qualcuno avrebbe  tentato addirittura di inserire la propria attività di fitness in fantasmagorici circuiti di “ palestriadi “. Ci mancava solo il campionato italiano di …pentolaccia!

Alcune federazioni ed enti di promozione sportiva si sono posti come attrattivi riconoscendo tutti i loro campionati di interesse nazionale rivolgendosi poi alle varie società, anche quelle affiliate al CSI per un “cambio di casacca”.

Furbizie che, nello sport, sempre si dovrebbero evitare ed in modo particolare in questo drammatico momento storico.

Le finali nazionali del CSI ,intensi momenti di aggregazione ed incontro fra ragazze e ragazzi di varie regioni, vanno ben oltre l’evento agonistico-sportivo dove si assegnano gli scudetti tricolori.

Lo sanno bene centinaia di giovani che negli anni scorsi hanno vissuto questa bellissima esperienza che ricorderanno per tutta la vita.

Le finali sono state programmate fra la primavera e l’estate del 2021 ma, se l’emergenza Covid non consentisse il completamento delle fasi territoriali, potrebbero essere posticipate di qualche mese, senza nessun problema.

A scanso di equivoci il presidente Bosio ha voluto sottolineare, per l’ennesima volta, che  le federazioni e gli enti di promozione sportiva devono avere anzitutto a cuore  la tutela della salute della gente di fronte alla ripresa della corsa di un virus come mai avremmo voluto sperare.

Anche il CSI naviga a vista, giorno dopo giorno, forse addirittura ora dopo ora, ed è chiaro che le decisioni davvero dirimenti, su quello che si può o non fare, saranno sempre quelle del governo, delle istituzioni locali e degli organi sanitari.

Oltre al presidente Vittorio Bosio all’incontro online con i circa 200 rappresentanti dei comitati territoriali hanno partecipato Marco Guizzardi, Direttore Area servizi al territorio e don Alessio Albertini, Assistente ecclesiastico nazionale CSI.

“La paura è la dimensione che stiamo vivendo tutti, per i nostri cari, per il nostro futuro e per l’organizzazione delle attività sportive, soprattutto quelle che coinvolgono i ragazzi.  Da cristiani- dice don Alessio– bisogna attraversare questo tempo con fatica ma con il coraggio della speranza, prendendo come riferimento il Libro dell’Apocalisse che non racconta semplicemente la fine del mondo ma che ci deve aiutare a riflettere.

 Dobbiamo mettere dei segni chiari, non grandi, bisogna accontentarsi del piccolo. Il seme- continua don Alessio- è il segno della pazienza. Non bisogna diventare ansiosi né ansiogeni. Noè dopo 40 giorni e 40 notti di diluvio universale sull’arca ha saputo attendere i segni: la colomba con il ramoscello d’ulivo e l’arcobaleno, significavano che la vita ricominciava


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