Fermare lo sport: decisione senza senso

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Il  DPCM del 24.10.2020   stoppa di nuovo, in modo drastico, lo sport dilettantistico fermando calcio, basket, pallavolo, tutte le altre discipline di contatto, piscine, palestre e centri danza.

Per quanto riguarda il calcio il testo del governo è chiarissimo: restano consentiti solo gli eventi e le competizioni ritenute di interesse nazionale.

In pratica si potrà continuare a giocare a porte chiuse come fino al 2 agosto, data in cui ripresero i campionati post lockdown, solo in serie A, serie B, serie C e serie D.

Anche le sessioni di allenamento sarebbero consentite solo in questo ristretto ambito anche se non tutto è chiaro in proposito e si attendono delucidazioni.

L’ultimo decreto sferra un colpo durissimo a tutto il mondo dello sport, all’attività giovanile e di base: un settore che coinvolge complessivamente nel nostro Paese milioni di persone.

“ E’ una  decisione completamente sbagliata presa da una classe politica miope, inadeguata ed ignorante, nel senso letterale del termine- dice Enrico Carmagnani Presidente CSI Genova– non c’è ragionevolezza in un provvedimento che chiude luoghi dove si fa prevenzione sanitaria, dove si cerca di vivere il più possibile in modo normale”.

Levare lo sport ai ragazzi, è illusorio pensare solo fino al 24 novembre, significherà purtroppo correre il rischio che si riuniscano in luoghi meno sicuri, parchi e piazze, con possibilità di assembramenti.

L’alternativa, non meno dannosa, potrebbe essere quella di lasciarli a casa ad impigrirsi davanti a alla televisione oppure con i giochi elettronici.

Il pericolo è che aumentino l’obesità giovanile, le patologie correlate, ansia e depressione.

Per le palestre e le piscine poi non è servito a nulla seguire un nuovo protocollo, in vigore dal 22 ottobre, con norme ancora più rigide.

Un documento beffardo che è stato solo un’illusione durata pochissimo.

In realtà anche la proroga di sette giorni concessa in modo “caritatevole” domenica 18 ottobre era solo un’ipocrita ed autentica presa in giro: tutto infatti era già stato deciso.

I carabinieri dei NAS nei giorni scorsi avevano fatto molti controlli in diverse strutture anche a Genova, senza rilevare irregolarità.

I gestori di palestre e piscine, per la loro formazione mentale, per le loro competenze, sanno benissimo cosa significa la salute di chi le frequenta e come la si tutela.

Lo sanno i dirigenti di società di calcio, basket, volley, arti marziali che, con grandi sacrifici, sono riusciti a fornire, anche in questo drammatico momento storico, un servizio alle famiglie.

Il dubbio è che non lo sappiano invece coloro che prendono decisioni incomprensibili.

Gli sportivi, aldilà di ogni evidenza scientifica ed epidemiologica, diventano quindi sacrificabili come superflui, capri espiatori di una gestione complessiva dell’emergenza Covid molto discutibile, soprattutto nella mancata programmazione per affrontare la prevedibile seconda ondata del virus.

 


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