Ci sono sport alternativi al calcio

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Il dibattito sulla possibilità o meno di fare sport per i ragazzi in tempo di Covid purtroppo è incentrato, in maniera esagerata, solo sul calcio, come se non esistesse altro.
Chiariamo subito che non si vuole demonizzare una disciplina bellissima, con 270 milioni di praticanti in tutto il mondo, di cui 40 milioni sono tesserati delle varie società.
In modo diretto o indiretto il 4% dell’intera popolazione mondiale è coinvolta in questo sport.
“Si reinventa- come ha detto il poeta e grande appassionato Pier Paolo Pasolini-, ogni giorno in migliaia di campi, nelle scuole, nelle piazze, nei cortili delle case dove ci sia un gruppo di ragazzi ed un pallone”.


La grande popolarità del calcio dipende proprio dalla facilità con la quale si può giocare, dall’aspetto sociale ed aggregante che ne permette la diffusione, indipendentemente dal sesso e dalle condizioni economiche.
Dipende dal ruolo dei mass-media che hanno avuto nella sua diffusione in ogni parte del mondo, soprattutto Africa, Nord America ed Asia dove, fino a poco tempo fa, era marginale rispetto ad altre discipline.
Forse più fastidioso dell’atteggiamento di chi “esalta il calcio come una sorta di divinità” c’è solo quello di tipo snobistico di chi lo denigra.
Fatta questa lunga premessa bisogna ragionare sulle limitazioni anti-Covid per l’attività di bambini e ragazzi anche da un’altra prospettiva.
“Per i giovani rinunciare agli sport di contatto, il calcio in particolare, è un grosso sacrificio- dice Paolo Biasci Presidente Federazione medici pediatri italiani– ma se seguiamo le regole queste restrizioni avranno vita più breve. Bisogna spiegare ai ragazzi che sarà un anno particolare e puntare davvero su sport alternativi”.
Parole sulle quali non può che concordare il CSI di Genova che, nel maggio 2019, ha inaugurato Altum Park, la struttura di riferimento per le attività outdoor.
Ha registrato numeri significativi nei due anni di apertura dei centri estivi e per altri eventi che sono stati organizzati a San Desiderio.


Nella sua intervista a “Repubblica” Il Dott. Paolo Biasci invita a proporre ai ragazzi attività fisiche alternative e consentite come il nuoto, se le piscine resteranno agibili, atletica all’aria aperta, corsa.
“Si deve evitare quello che è accaduto durante il lockdown di marzo quando le conseguenze più gravi, dal punto di vista psico-fisico, le hanno subite i bambini, costretti ad un immobilismo forzato, davanti al pc, per la didattica a distanza, o allo smartphone, per interagire con i loro coetanei,- dice Paolo Biasci-. I casi di Covid si stanno diffondendo anche fra i giovani, che poi portano i contagi a casa. Il distanziamento in certi sport, come il calcio, è di fatto impossibile”.


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