Proteggere i minori nello sport

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In sei Paesi europei il 75% degli atleti interpellati dice di aver subito una forma di violenza psicologica durante gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza.

Per fortuna sono in continuo aumento le campagne di sensibilizzazione affinchè lo sport sia vissuto come un’occasione di realizzazione personale libera da ogni discriminazione.

Frequentemente purtroppo si esaltano allenatori di “grande carisma”, che ottengono ottimi risultati, nonostante comportamenti aggressivi o intimidatori.

Sono cambiamenti culturali che necessitano tempo ma i genitori devono avere criteri chiari, da subito, per scegliere una società dove il figlio possa esprimersi e crescere libero da ogni abuso o violenza.

Praticare uno sport significa sviluppare competenze personali, migliorare l’autostima e l’autonomia, gestire ansia e stress.

Far parte di una squadra poi  stimola capacità relazionali e favorisce l’adattamento all’ambiente e l’integrazione sociale.

Nella Riforma dello sport, entrata in vigore il 1 luglio, sono state introdotte norme precise per la tutela della sicurezza e della tutela dei minori: ogni società dovrà avere un responsabile ad hoc.

Un’ampia parte del testo è dedicata  al contrasto della violenza di genere con la costruzione di modelli organizzativi e di precisi sistemi  di controllo dell’attività

Il CSI, da sempre è impegnato su queste tematiche è stato  uno dei primi enti a dotarsi di una propria policy, procedura e codice di condotta da molto tempo.

Per chi volesse approfondire l’argomento giovedì 14 settembre alle ore 18.30c’è  un webinar online: si può partecipare, dopo essersi iscritti, compilando il modulo al seguente link


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