Junior Tim Cup: atto finale a Roma

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Sono stati tre giorni romani molto intensi  quelli che hanno  coinvolto quasi 100 ragazzi “Under 14” per la fase finale della 10° edizione della  ,Junior TIM Cup- Keep Racism Out 2023, promossa dal CSI insieme a Lega Serie A e Tim.

Otto le squadre in rappresentanza di Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia, Puglia e Liguria: per la nostra regione c’era la formazione della Parrocchia S. Eusebio di Genova allenata da mister Antonio Lignani, una sorta di  “ abbonato” a  questa manifestazione con ben otto presenze.

Le compagini finaliste hanno portato a Roma, simbolicamente, anche  il sogno di 450 squadre d’oratorio scese in campo quest’anno.

La definizione “ oratorio” è sempre  più formale che realistica in quanto questi splendidi luoghi di aggregazione sono quasi scomparsi ed il regolamento del Torneo consente, a patto che il modulo di iscrizione sia firmato da un parroco, che possano essere tesserati giocatori che disputano campionati FIGC anche in squadre diverse.

Lo spirito, la filosofia, resta comunque quella di un evento dove, aldilà dei risultati, dovrebbe essere prioritario il rispetto delle regole, dell’avversario, l’inclusione, il piacere di giocare ed il senso di amicizia.

“Il segreto  della Junior TIM Cup è che storicamente il calcio popolare, quello di tutti, è nato sui campetti di periferia, magari spelacchiati, all’ombra di un campanile di una chiesa- dice don Alessio Albertini Assistente ecclesiastico  nazionale CSI– poi tutto si è professionalizzato, tanti campioni di oggi sentono, oltre provare un pò di nostalgia, che c’è la mancanza di questo calcio  dell’oratorio che trasmetteva valori”.

Dopo 11 anni don Alessio Albertini, assumendo l’incarico di parroco, lascerà il suo incarico all’interno del Centro Sportivo Italiano e non sarà semplicissimo individuare un sostituto che abbia analoga naturale empatia e capacità di parlare ai giovani in modo semplice, diretto ma efficace.

Nel pre gara prima dei sorteggi nel Salone “Giulio Onesti” del CONI a Roma c’erano gli “Ambassador” della Serie A  Cristian Zaccardo e Luca Antonini, oltre a Danielle Madame, 5 volte campionessa italiana di lancio del peso, che ha consegnato le maglie e le fasce ai capitani delle 8 squadre finaliste.

“Il calcio dei grandi ha altre prospettive economiche, modalità e dinamiche- sottolinea don Alessio Albertini– ma fa da traino a quello di base, dei ragazzi, che viene  giocato fondamentalmente per divertirsi. E’  anche uno stimolo a crescere sempre di più aspirando a situazioni più  belle ed emozionanti”.

La 10° edizione della Junior TIM Cup- Keep Racism Out è stata vinta nella finalissima allo stadio Olimpico dai campani della Parrocchia S. Eustachio ( Sa).

I gironi eliminatori si sono svolti al “Salaria Sport Village” dove i genovesi della Parrocchia S. Eusebio dopo aver vinto 4-1 con l’Oratorio  Leone di Surbo (Le) sono stati battuti 2-0 dall’oratorio  S. Giuseppe Lavoratore di Bologna e dall’Oratorio Boltiere Bergamo.

In quest’ultima partita i ragazzi  genovesi sono stati oggettivamente sfortunati: nel taccuino del cronista c’è  un palo, un gol annullato per fuori gioco più che dubbio ed un probabile rigore non concesso.

Tutte situazioni che però non giustificano il nervosismo finale con plateali proteste, un cartellino rosso, una maglia ed una medaglia gettata per terra scimmiottando le cose più brutte dei “ grandi” viste in tv.

“L’importante è sempre far comprendere ai ragazzi che anche in presenza di una sconfitta tu vali di più, e la sconfitta non giudica la tua esistenza. Ecco perché ce la devi mettere tutta per vincere- dice don Alessio Albertini– perchè il rischio può portarti ad emozioni e soddisfazioni grandi,  non rischiare è la sconfitta peggiore che ti possa capitare nella vita”.

Una delle immagini più belle delle Finali della Junior TIM Cup 2023 Keep Racism Out è stato il gruppo di genitori- tifosi dell’Oratorio S. Giuseppe Lavoratore Bologna che ha indossato una maglietta per ricordare la tragica alluvione in Emilia- Romagna.

 

 


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