Caro energia: sport in ginocchio

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É un grido di allarme disperato quello che arriva dal mondo sportivo, soprattutto amatoriale e dilettantistico.
Il caro energia rischia infatti  tipo di mettere in crisi decine e decine di realtà sul territorio con gravissime ripercussioni anche di tipo sociale.

“Se non arriveranno in poco  tempo sostanziali contributi economici per le bollette per luce e gas già pagate e per quelle da pagare, entro fine 2022 molte strutture o saranno costrette a chiudere o a ridimensionare drasticamente i servizi – dice Enrico Carmagnani Presidente CSI Genova Questo significherà concretamente palestre non riscaldate, docce fredde, taglio del personale e di altre spese. Il rischio è che migliaia di famiglie restino senza sport  dopo gli anni disastrosi del Covid frenando così drasticamente l’attività di prevenzione sanitaria e di socializzazione per giovani ed adulti”.

La situazione più grave riguarda le piscine, è difficile infatti d’inverno ipotizzare di nuotare in acqua fredda.  Il caro energia, con il raddoppio delle bollette, angoscia anche i  gestori di palestre e di tutti gli impianti sportivi.

Le richieste fatte al Governo dalle associazioni sportive si possono sintetizzare in alcuni punti: eliminazione degli oneri accessori delle bollette, riduzione degli oneri di sistema, riduzione dell’IVA dal 22 al 5%,esenzione delle accise per tutti gli enti no-profit, possibilità di programmare piani di rientro a 12 mesi, contributi economici a fondo perduto.

Il CSI  rappresenta con orgoglio in Liguria circa 400 realtà, 200 delle quali a Genova: una decina le piscine gestite da società affiliate alle quali si aggiungono quelle del Consorzio “Obbiettivo Sport e Salute”, costituito a fine giugno.

Numeri che certificano un’eccellenza e competenza riconosciuta da tutti.

 

 


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