Focus sui collaboratori sportivi

Condividi su...

Sport e Salute S.p.A.( già CONI Servizi) è un’azienda pubblica  il cui azionista unico è il Ministero dell’economia e delle finanze.

Nei giorni scorsi ha  pubblicato un documento che rappresenta la fotografia dettagliata dei collaboratori sportivi che hanno ricevuto il bonus a causa del calo del reddito per  le chiusure dovute alla pandemia.

Una categoria di “ persone fantasma” che prima, sostanzialmente, non avevano nessun riconoscimento e che non sarebbero entrati nella platea di coloro che hanno ricevuto un  sostegno economico nel 2020.

E’ un focus completo di estremo interesse su chi lavora nelle SSD  e nelle ASD: numero di domande accettate, fasce di età, area geografica di residenza, distribuzione regionale, componenti del nucleo familiare, titolo di studio, abilitazioni professionali.

Un report che potrebbe rappresentare anche una prima base di partenza conoscitiva in vista dell’entrata in vigore della legge, contestatissima da più parti, che modificherà profondamente i rapporti di lavoro in questo settore.

Le  domande a Sport e Salute S.p.A accolte nel 2020 sono state 208.653,relative a  120.010 uomini e 88.643 donne, 4.996 in Liguria: il 93.60% di coloro che si sono registrati sulla piattaforma ha denunciato un compenso, per il 2019, inferiore ai 10.000 euro.

100 mila persone hanno dichiarato un introito inferiore a 5.000 euro annui.

Tutti hanno sottoscritto di non possedere altri redditi da lavoro: però sorgono alcune inevitabili domande.

Come si sono mantenuti? Quanti pensano davvero che l’attività sportiva sia, o possa diventare, la loro professione definitiva? Quanti invece svolgono questa attività solo per gioco o passione? Non essendo ipotizzabile un cospicuo incremento del loro reddito, quali pensioni riusciranno a maturare dalla attività sportiva?

Il focus di Sport e Salute rileva che la maggior parte dei collaboratori sportivi, il 50.48%, ha un diploma  di scuola superiore e il 41.16% una laurea.

L’ 89,2%, lavora presso ASD e SSD: gli allenatori rappresentano il 52.08%, il 21.2% sono atleti dilettanti, il 9.6%  sono collaboratori amministrativi.

Un dato significativo, e tutt’altro che confortante, è che 138.499 collaboratori sportivi, il 66.3%, non ha alcuna abilitazione professionale.

In teoria quindi non potrebbero neanche lavorare perché non hanno fatto un corso  del CONI o di un Ente di Promozione Sportiva.

Nel 2020 la stragrande maggioranza dei collaboratori ha ricevuto 4.000 euro di contributo, indipendentemente dall’importo del contratto sportivo allegato alla piattaforma.

Il governo Draghi ha invece deliberato di differenziare l’importo del bonus  “ una tantum” ,  1.200-2.400- 3.600, in base a quanto si è dichiarato nel 2020: una modalità, in teoria più giusta, ma che si presta, comunque, a problematiche per una casistica varia, complessa  e situazioni diverse.

 


Condividi su...