- 19 Ottobre 2020
- Posted by: Francesco Piccone
- Categoria: Attività Sportiva, Calcio Giovanile
Il nuovo DPCM del 18 ottobre limita gli sport di contatto, dilettantistici e di base, creando disagi agli appassionati; la maggior parte, soprattutto i ragazzi e i bambini, ma non solo, li praticano per divertirsi, per la propria salute psico-fisica, senza altre velleità.
In Italia i tesserati delle Federazioni sportive sono 4.5 milioni, ai quali si aggiungono gli 8.4 milioni, metà dei quali under 18, degli Enti di promozione sportiva come il CSI.
Il nuovo DPCM, che in realtà è un’integrazione di quello del 13.10.2020, causa anche problemi economici a decine di migliaia di persone che lavorano in questo settore.
Si parla di 450 mila fra tecnici, istruttori, addetti amministrativi: circa 150 mila hanno ricevuto, a parziale ristoro, il bonus dalla società Sport & Salute per i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno.
Il DPCM crea enormi difficoltà a decine di migliaia di società che, molte volte, rappresentano l’unico presidio sociale-educativo sul territorio, soprattutto per i giovani.
Sono 90.000 circa solo quelle affiliate agli Enti di promozione sportiva come il CSI.
Molte di loro si sono indebitate per adeguarsi alle norme di sicurezza previste da rigidi protocolli.
Il governo vieta quindi gli sport di contatto: sono addirittura 102, era forse difficile immaginare un numero così elevato.
Nell’elenco ci sono calcio, volley, basket, tutte le arti marziali, hockey,danza sportiva, pallanuoto e nuoto sincronizzato solo per citarne alcuni.
Focalizziamo la nostra attenzione sul calcio, i cui tesserati rappresentano ¼ del totale degli sportivi nazionali.
Gli allenamenti, per dilettanti e settore giovanile, a livello provinciale, continuano fortunatamente ad essere consentiti a patto che si svolgano in forma individuale, senza le partitelle.
Anche il Centro sportivo italiano si adegua, seppur a malincuore, al DPCM e deve sospendere quindi temporaneamente, fino al 13 novembre, le partite ufficiali dei Tornei organizzati su base provinciale.
Noi a Genova, dopo un’intensa fase preparatoria che ha coinvolto come sempre i dirigenti delle società, avevamo tutto pronto per dare il calcio d’inizio, in piena sicurezza, il week end del 24.25 ottobre: dovremo pazientare ancora un po’.
Non è tempo di fare polemiche in presenza di un incremento preoccupante dei casi di contagio giornaliero con molti ospedali che cominciano ad andare in sofferenza.
E’ corretto però fare alcune puntualizzazioni, per onestà intellettuale di tutti, che non possono essere smentite.
I contagi non avvengono sui campi di calcio: la percentuale, in ambito dilettantistico e giovanile, è addirittura più bassa che in Serie A!
I casi di Covid che riguardano i ragazzi sono causati, è evidente dal punto di vista scientifico, dalla riapertura delle scuole con mezzi pubblici strapieni.
Noi ci fermiamo temporaneamente perché l’obbiettivo della salvaguardia della salute deve essere davvero prioritario ma non vogliamo interpretare il ruolo sgradevole di “untori”: semplicementre perché non lo siamo.