- 24 Febbraio 2020
- Posted by: csi2019
- Categoria: Formazione
Sono una ventina gli arbitri di calcio del Comitato di Genova del Centro Sportivo Italiano. A muoverli è soprattutto la passione e la voglia di stare in mezzo ai ragazzi. Grazie a loro ogni week end si giocano in media 12-16 partite dei tornei giovanili e, durante la settimana, gli incontri degli adulti.
C’è bisogno di nuova linfa e nuove energie e quindi si sta organizzando un corso di formazione per direttori di gara, uomini e donne, che abbiano compiuto il sedicesimo anno d’età e che vogliano fare sport in modo diverso.
Il CSI, ormai da tempo, prepara arbitri che “non siano solo fredda casistica e regolamento”: come tutti gli altri operatori di questo ente devono essere ben consapevoli della “mission” di educare attraverso lo sport.
Oltre ad essere operatore dell’educazione, l’arbitro del CSI è anche operatore della comunicazione: è necessario che sappia “parlare” infatti a tutti i protagonisti sul campo, soprattutto i ragazzi, spiegando le proprie decisioni, aiutandoli a perseguire le finalità del gioco.
Trattandosi di un “gioco serio” ed organizzato anche l’arbitro deve essere serio: ponderato, attento e cosciente dei propri doveri e compiti, deve formarsi costantemente, partecipare alla vita del CSI, curare il proprio stato di forma fisica, essere puntuale ed avere il senso del limite.
Non sono graditi i cosiddetti “fenomeni” tipo Lando Buzzanca nella parodia di Concetto Lo Bello nel divertente film “L’arbitro”. Per essere credibile il direttore di gara non può prescindere da una perfetta conoscenza del regolamento.
Quest’anno le novità, da questo punto di vista, sono molte ed è stato deciso di adottare, in toto, tutti gli aggiornamenti diramati dall’IFAB (International Football Association Board).
Una scelta dettata dalla necessità di evitare confusione e problemi per le squadre che disputano sia i campionati della FIGC sia i tornei del CSI.
L’invito a provare la bella esperienza di arbitrare è rivolto soprattutto ai giovani, ai ragazzi che magari giocavano a calcio fino a poco tempo fa e vogliono fare sport in modo diverso ma entusiasmante. Ricordiamo, comunque, che per quanto riguarda il Centro Sportivo Italiano non c’è incompatibilità con la direzione delle partite ed il fatto di essere tesserato per qualsiasi società.
Ma perché si sceglie di fare l’arbitro? Senza cadere nell’eccessiva retorica forse perché si tratta di una vera e propria scuola di vita nella quale ogni partita è una sfida.
Le difficoltà che si incontrano sul campo, con il fischietto in bocca, aiutano a consolidare la sicurezza in noi stessi, la nostra autostima, aiutandoci ad affrontare gli impegni di tutti i giorni.
Assumere decisioni in una frazione di secondo con la dovuta convinzione e spesso doverle “difendere” di fronte a critiche, a volte volgari, costituisce un valido aiuto alla capacità interiore di rendersi credibili ed autorevoli.
Ogni volta che l’arbitro scende in campo affina le capacità di relazione migliorando quindi il rapporto con le persone che ci circondano.
Oltre a rappresentare un importante servizio per lo sport rende migliori, più completi. E’ una vera e propria palestra di vita che allena soprattutto le capacità mentali.
Non meno importante è l’aspetto associativo: l’arbitro del Centro Sportivo Italiano, anche a Genova, può contare su tanti “colleghi”, amici che sono spinti dalla stessa passione e con i quali si possono condividere esperienze, opinioni, divertirsi, confrontarsi e crescere.
Il corso per nuovi arbitri, gratuito, inizierà a metà marzo.
Per informazioni ed iscrizioni si può scrivere a segreteria@csigenova.it o telefonare al responsabile del settore, Gianfranco Rocca, 329 7195267.
Indicativamente si svilupperà in meno di un mese di lezioni con impegni serali due volte alla settimana, dalle 20.30 alle 22.30, nella sede di Vico Falamonica 1/8. Seguiranno prove pratiche sul campo con arbitri già abilitati.
© Francesco Piccone