Tante professioni nello sport

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Dal 13 al 15 novembre ai Magazzini del Cotone del Porto Antico di Genova si svolge il Festival Orientamenti ,giunto alla 29° edizione: un’occasione unica per scoprire tutte le offerte relative al mondo della scuola e della formazione.
I ragazzi, 110.000 presenze nel 2023, potranno usufruire di informazioni utili per costruire scelte consapevoli e coerenti con le richieste del mercato del lavoro.

Sono oltre 150 gli espositori: università, istituti scolastici, enti di istruzione e formazione professionale, istituzioni, imprese e molto altro ancora.

 

Anche in questa edizione è presente lo stand di CONI Liguria: Matilde Ferrari, Andrea Pedemonte ed altri tutor spiegheranno ai ragazzi ed alle famiglie le tante opportunità lavorative che offre il mondo dello sport.
Molti pensano che si possa essere solo atleti o allenatori ,ma in realtà il ventaglio delle possibilità, con diverse competenze, è assai più ampio.


Ogni giorno i tutor metteranno in palio, dopo aver risposto ad un semplice quiz, vari gadget: i ragazzi potranno scattarsi un selfie con i pannelli e le cornici create per l’occasione.


CONI Liguria organizzerà anche, giovedì 14 novembre dalle ore 14.30 alle 16.30, presso la Sala 9 del Cinema The Space, il convegno “ 21 tappe insieme per l’equità di genere nello sport italiano”.

Sempre giovedì 14 verrà proposto, dalle ore 17.00 alle 17.45, un webinar gratuito “ Il lavoro sportivo un anno dopo la riforma: tutele ed opportunità”.
Per iscriversi il link è https://festival.orientamenti.regione.liguria.it/programma/il-lavoro-sportivo-dopo-un-anno-dalla-riforma-tutele-e-opportunita

Sono moltissimi i convegni del programma della 29° edizione del Festival Orientamenti.


Di grande interesse quello che si è svolto oggi, presso la sala Levante, dei Magazzini del Cotone: “NEET, sfide e prospettive nel panorama italiano”.
NEET(Not in Education,Employment or Trading) in italiano nè- né, è un indicatore che definisce una quota di popolazione, fra i 15 ed i 29 anni, che non è né occupata, né inserita in un percorso di formazione.


Secondo statistiche più o meno ufficiali, da prendere rigorosamente con cautela, in uscita dalla pandemia sono calati dal 23.5 % del 2020 al 16.1 % del 2023: un dato che colloca comunque purtroppo il nostro Paese al secondo posto in Europa dietro la Romania.
Questi giovani, sempre più difficili da raggiungere,stanno mettendo in crisi i tradizionali sistemi di ingaggio, orientamento, accompagnamento e formazione.
Durante l’ incontro si sono confrontati tecnici ed esperti del settore per aprire nuove finestre di dialogo e confronto su un tema che non può non essere nell’ agenda di un ente di promozione sportiva come il CSI.

“ NEET è ormai solo un aggregato statistico perchè all’interno troviamo davvero di tutto- dice il sociologo Stefano Laffi -In Italia il 90 % di questi ragazzi non sta in camera a far nulla ma è in attività facendo lavori in nero, e-commerce, dropshopping, aiutando in casa. I due schemi per definirli NEET , avere un contratto di lavoro  ed andare a scuola o università ,appaiono ormai vetusti. Si riscontra tanta auto formazione. Il rischio però è che dopo uno o due anni, cali l’energia, il capitale emotivo che dipende solo dalle relazioni inter personali”.

Accanto a questi ragazzi c’ è una percentuale, comunque significativa, che invece non fa proprio nulla, : giovani che si chiudono in se stessi, disinteressati a tutto.

“L’ approccio nei loro confronti deve cambiare, non hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a fare il curriculum perchè il curriculum certifica il loro fallimento- dice Stefano Laffi– chi incontra un NEET deve essere “ cieco” rispetto al suo passato ma proiettarlo al futuro. Il percorso tradizionale è quello della presa in carico individuale, ed è sempre valido,magari stando insieme un paio di ore in stanza, poi andando anche in biblioteca, utilizzando il teatro e creando personaggi. Ma l’ intervento può essere anche con un piccolo gruppo affinchè il ragazzo capisca che il suo problema è il problema anche di altri”.


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