Tributo di fede al Cristo degli Abissi

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Per celebrare il 70° anniversario della posa in acqua del Cristo degli Abissi nella baia di S. Fruttuoso gli organizzatori hanno scelto questa volta la data esatta, il 29 agosto, e non come è avvenuto in passato il sabato immediatamente successivo.

Moltissime le persone arrivate con i battelli da Camogli, Rapallo e Genova che hanno avuto la possibilità di vedere la statua senza immergersi, grazie ad uno speciale batiscopio.

Fra le immagini più suggestive della serata ,quelle del borgo, prima al buio e poi illuminato a festa e la proiezione di uno splendido filmato in bianco e nero con il racconto di cosa avvenne 70 anni fa.

La statua nacque da un idea di Duilio Marcante, uno dei padri della didattica subacquea civile italiana, dopo la morte dell’amico Dino Gonzatti, durante una immersione nel 1947.

Coinvolse nel 1952 l’imprenditore Giacomino Costa, allora presidente del Centro Sportivo Italiano di Genova: lo stesso Costa , in collaborazione fra CSI ed Auxilium, su sollecitazione del Card. Giuseppe Siri, si impegnò per la costruzione del nuovo stadio “Pio XII”, all’interno di Villa Rostan a Pegli.

Il Cristo degli Abissi , opera dello scultore Guido Galletti, è alto due metri e mezzo ed è situato ad una profondità di 18 metri, nell’insenatura di Capo Croce, a circa 350 metri dalla riva: per realizzarlo furono necessari 260 chilogrammi di bronzo provenienti da fusioni di campane, medaglie ed elementi navali fra cui eliche di sottomarini americani.

Con le mani rivolte al cielo vuole ricordare tutti i caduti in mare ,ma rappresenta anche una vibrante preghiera per la pace.

Per il 70° anniversario c’è stata l’ apertura straordinaria dell’ Abbazia di S. Fruttuoso, gestita dal FAI, una  processione a piedi partita dal boschetto con un numero  straordinario di partecipanti: a guidarla con  Don Francesco “Fully” Doragrossa, Rettore del Seminario, S.E. Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa, e venti sacerdoti della Diocesi campana che in questi giorni sono ospiti proprio del seminario del Righi.

Hanno concelebrato la Santa Messa sulla spiaggia con frate Mario Massone, dopo la tradizionale processione dei subacquei.

Oltre a quelli dei vigili del fuoco erano presenti i sommozzatori  della Guardia di finanza ed i palombari del Comsubin della Marina Militare

Sono i corpi dello Stato che si occupano della sicurezza in mare, ma da anni anche della manutenzione della statua.

Un mese fa , alternandosi sott’acqua, con il coordinamento del servizio tecnico di Archeologia subacquea della Soprintendenza  Belle Arti e Paesaggio di Genova e La Spezia, grazie ad una idropulitrice speciale messa a disposizione dal Roan della Guardia di Finanza, erano  intervenuti sulle varie parti, dal moderno basamento, alla testa, alle delicatissime mani.

Un pregevole lavoro interforze che “ racchiude in sé un valore culturale ed un plusvalore simbolico- si legge in una nota della Soprintendenza- di devozione ed amore che accomuna ogni uomo per il mare.”

Da sempre organizza il tributo di fede al Cristo degli Abissi il Centro Subacqueo Mediterraneo ” Duilio Marcante” che dedica gran parte della propria attività, oltre a questo, anche ai ragazzi diversamente abili.

“ E’ stata una bellissima giornata iniziata con l’allestimento di un gazebo in Piazza Colombo a Camogli con una mini mostra sulla storia della statua ed un suggestivo video in bianco e nero. Poi è proseguita nella baia di San Fruttuoso dove è arrivata tantissima gente- sottolinea Giuliano Boero Presidente Centro Subacqueo Mediterraneo e c’è stato un vero tributo di fede. Non avevo mai visto una processione così ed il silenzio sulla spiaggia emozionava davvero”.

Non poteva mancare la sera del 29 agosto la presenza del “ Dragun”, barca simbolo di Camogli: a bordo don Fully Doragrossa, che ha lanciato una corona di alloro in mare.

Per la cerimonia del 70° anniversario , oltre al sindaco di Camogli Giovanni Anelli, c’erano rappresentanti del Comune di Gressoney.
Le due comunità infatti sono gemellate nel segno del Cristo: una statua sul Balmenhorn, gruppo del Monte Rosa, a 4.161 metri s.l.m, ed una sul fondale di San Fruttuoso.


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